Su Repubblica dossier in due puntate a firma Michela Bompani sul fenomeno che porta – accanto al naturale concludersi dell’attività professionale di molti medici di medicina generale, raggiunta l’età pensionabile a 68 anni – all’abbandono del sistema sanitario regionale da parte di una sempre più consistente fascia di medici di 50-60 anni che, forti di una specializzazione, abbandonano mutuati, stress, burocrazia complessa.
Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine e professore all’Università, indica proprio la forma aggregata di medicina come una delle strade: «L’attività della medicina generale svolta in forma aggregata, con supporti organizzativo-burocratici, tornerà appetibile dai medici, magari incentivati da nuovi e diversi criteri selettivi oltre che di progressione di carriera, e apprezzata dai cittadini che ne percepiranno la capacità di dare risposte di alta qualità in tempi rapidi – spiega a Repubblica Genova -. Questa, indirettamente, sarà anche la prima ricetta in grado di ridurre l’affluenza nei pronto soccorso, ormai arrivata a livelli record».
E infatti la cooperativa Medicoop sfoggia dati in controtendenza con la media della Liguria. «Nell’ultimo anno e mezzo, è andato in pensione il 15% dei soci della nostra cooperativa, 31 medici, tutti per anzianità nello stesso intervallo di tempo, però, la cooperativa è cresciuta di 45 unità, oltre il turn over, con un apporto complessivo di 86 sanitari in più – – spiega a Repubblica, Pier Claudio Brasesco, presidente di Medicoop Liguria -. La nostra cooperativa, organizzata in medicina di gruppo, ha un servizio di segreterie e infermiere, grazie a un contributo regionale, che rappresenta un privilegio, sgravando i medici di molte pratiche burocratiche. Ecco perché il nostro turn over ha un saldo positivo»
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