La speranza di vita nel 2022 è in crescita per gli uomini (80,5 anni) ed è stabile per le donne (84,8 anni).
Lo rileva l’ISTAT nel nuovo rapporto demografico (scaricabile in fondo all’articolo) relativo al 2022.
Nell’articolo uscito su QuotidianoSanità si parla dell’impatto della crisi sul sistema sanitario, e la conseguente difficoltà nella programmazione di visite e controlli medici, osserva ancora Istat, potrebbero esser state particolarmente forti per le donne, più inclini degli uomini a fare prevenzione.
E in proposito Istat ricorda che dai dati dell’indagine “Aspetti della vita quotidiana” risulta che tra il 2019 e il 2021 la percentuale di donne che ha dichiarato di aver rinunciato a prestazioni sanitarie sia aumentata di 5 punti percentuali (dal 7,5% al 12,7%), per gli uomini tale aumento è stato invece di 4 punti percentuali (dal 5% al 9,2%).
Nel 2022, come già riportato nel precedente report del 20 marzo, Istat indica 713mila decessi avvenuti in Italia, con un tasso di mortalità pari al 12,1‰. Rispetto all’anno precedente il numero dei morti è superiore di 12mila unità, ma inferiore di 27mila rispetto al 2020, anno di massima mortalità per via della pandemia. L’Istat osserva che il numero più alto dei decessi si è avuto in concomitanza dei mesi più rigidi, gennaio e dicembre, e nei mesi più caldi, luglio e agosto.
A livello regionale la Liguria (15,9‰) e il Molise (14,7‰) sono le regioni con il tasso di mortalità più alto, mentre il Trentino-Alto Adige (9,9‰) e la Campania (10,9‰) quelle con il tasso più basso. Le prime sono, infatti, quelle con una struttura della popolazione più anziana, le ultime invece quelle con la struttura più giovane del Paese.