Nel report pubblicato dalla Fondazione GIMBE vengono esaminate le criticità del testo del DdL Calderoli e si nota come persistano diseguaglianze inaccettabili tra i ventuno sistemi sanitari regionali, diseguaglianze che verranno amplificate se verranno date più autonomie alle regioni con migliori performance sanitarie.
Cosa si può fare? Interviene il presidente Filippo Anelli FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) “Bisogna prevedere provvedimenti e interventi per far sì che le disuguaglianze di salute, che con l”autonomia differenziata potrebbero ampliarsi, siano colmate o evitate. Come? Potenziando il ruolo del Ministero della Salute e investendo nella Sanità e sui suoi professionisti”.
In ambito ligure il primo che si schiera contro il DdL Calderoli è il direttore di Malattie Infettive del San Martino Matteo Bassetti “ci vorrebbe un riequilibrio tra regioni e non una maggiore autonomia”. Preoccupato anche il primario del Pronto Soccorso del Galliera Paolo Cremonesi “soltanto chi ha risorse potrà garantire i servizi”. Il direttore generale del Gaslini Renato Botti ricorda che negli anni si sono solo trasferite le funzioni ma a livello organizzativo resta sempre tutto invariato”.
Il presidente dell’Ordine dei medici della Liguria Alessandro Bonsignore ritiene che “se da una parte può essere una opportunità per creare piani sanitari regionali ad hoc, dall’altra si dovrà vigilare perché non si realizzino diseguaglianze nelle cure”.
Il rischio è che in Liguria inizi un trasferimento di massa del personale verso regioni che garantiscono soddisfazioni e remunerazione maggiori.
Per scaricare il report della Fondazione GIMBE https://www.salviamo-ssn.it/attivita/osservatorio/autonomia-differenziata-in-sanita
Per approfondire https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=122917&fr=n