Gli allarmi sulla mancanza di Medici di Famiglia sul territorio ligure si susseguono. Ieri è stato l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola, durante il consiglio regionale, a fare l’ultima fotografia della situazione: sono 68 zone in Liguria in cui non c’è un medico di famiglia.
Pochi giorni fa l’allarme era scattato in Valpolcevera: a San Quirico da un anno manca un mutualista ma Teglia e Morego sono già in sofferenza e presto lo sarà anche Certosa. Disagi anche per i residenti di Ca’ Nuova a Pra’ e di Voltri.
Sulla portata nazionale del problema è intervenuto Andrea Stimamiglio, segretario regionale della Fimmg, il principale sindacato di categoria, che fa la proposta: «In zone disagiate e periferiche le cooperative di medici potrebbero prendere in carico quei territori e chiedere ai propri soci di fare un turno lì. Noi possiamo impegnarci ma serve organizzazione: sono necessari ambulatori dignitosi e personale non medico. Asl e Comuni dovrebbero accordarsi per fornire questi servizi: se lo fanno noi ci siamo».
Una proposta accolta da Medicoop Liguria.
“ La proposta del dottor Stimamiglio ci vede senz’altro d’accordo, siamo disponibili a organizzare i nostri soci medici di famiglia per gestire una presenza continua presso gli ambulatori scoperti – spiega Pier Claudio Brasesco, presidente di Medicoop Liguria -. Occorre un incarico formale da parte Asl o Regione Liguria; noi però suggeriamo anche di attivare le aggregazioni funzionali territoriali (AFT) con le caratteristiche previste dall’ultimo accordo collettivo nazionale (ACN) che prevede che ogni AFT garantisca l’assistenza sul territorio a tutti i cittadini in carico ai membri della AFT stessa . In questo modo sarebbe più facile sopperire alle carenze di MMG nelle zone disagiate”.