Pronto soccorso intasati. Infuria la polemica con scontro su dati e strategie da applicare.
“Il 27 dicembre e il 2 gennaio si rischia il collasso – ha affermato in una nota Gianni Pastorino, Capogruppo in Consiglio Regionale di Linea Condivisa e Vicepresidente della Commissione II Salute e Sicurezza -. Operatori, medici, infermieri, oss e tecnici stanno operando aldilà delle proprie forze in una situazione a dir poco disperata con una professionalità esemplare . La situazione descritta è di grande inefficienza per mancanza di personale per una regione che tarda a prendere adeguate misure nel applicazione della medicina territoriale e che appare sempre in ritardo nei processi di programmazione, nelle politiche del personale e nella relazione fra le varie strutture ospedaliere. La crisi dei pronto soccorso va vista in quadro complessivo con la completa assenza di filtri territoriali e le persone lasciate sole nel territorio che sono costrette, inevitabilmente, a rivolgersi al personale dei pronto soccorso”.
Non meno duri i sindacati. Per la CGIL “è improcrastinabile passare ad una fase diversa dove la Regione Liguria si assuma le proprie responsabilità con azioni strutturali e non con sperimentazioni”.
Per la Uil Fpl c’è l’assenza e il fallimento totale di un sistema che dovrebbe garantire salute e sicurezza sul lavoro e un servizio necessario alla cittadinanza.
Dall’altra parte le direzioni di aziende e ospedali dell’area metropolitana genovese e della Asl4 rimandano al mittente quanto affermato dal consigliere regionale Gianni Pastorino in merito alla presunta assenza di misure previste per fronteggiare l’incremento di accessi in pronto soccorso nel periodo delle festività natalizie.
“Asl e Ospedali liguri – si legge in una nota stampa – hanno infatti condiviso con Regione Liguria le azioni da mettere in campo, con l’attivazione di ambulatori, flu point e aperture straordinarie di studi dei medici di medicina generale, ma anche l’attivazione di unità di crisi, con posti letto dedicati da mettere a disposizione in caso di necessità. L’esperienza ‘pilota’ del ponte dell’Immacolata ha già consentito di dare una risposta concreta: l’attivazione degli ambulatori in ogni distretto di tutte le ASL ha fatto sì che circa 350 persone (di cui 180 in ASL3) si siano recate in queste strutture, anziché rivolgersi ai pronto soccorso, trovando risposte ai loro bisogni. Considerando che sono stati circa 3300 gli accessi nei pronto soccorso liguri durante tutto il ponte dell’Immacolata, si può dedurre che, adottando questa misura, si sia contenuto di oltre il 10% il numero di accessi in PS, garantendo comunque la risposta tempestiva di cui i pazienti avevano bisogno. A questi numeri vanno aggiunte le 539 persone che si sono rivolte al servizio di guardia medica e continuità assistenziale della ASL3, che ha consentito di ridurre ulteriormente gli accessi in Pronto Soccorso”.
La nota è stata firmata da Luigi Carlo Bottaro – Direttore Generale ASL 3; Paolo Petralia – Direttore Generale ASL 4; Alessio Parodi – Direttore Generale Ospedale Evangelico di Voltri; Marco Damonte Prioli – Direttore Generale Ospedale Policlinico San Martino; Francesco Quaglia – Direttore Generale E.O.O. Galliera.
Un dibattito che Medicoopliguria segue da vicino, contestando i conteggi degli accessi.
“ Le affermazioni di Pastorino (di allarme per il mancato avvio dello spostamento sul territorio del supporto economico/organizzativo) restano senza una risposta pertinente – sottolinea il Dottor Giuseppe Stellini, responsabile scientifico del Centro Servizi Medicoopliguria -. Il conteggio regionale dei 350 accessi negli ambulatori aperti (che vengono considerati come accessi risparmiati ai Pronto Soccorso) è improprio e grossolano. L’unico vero modo di ridurre gli accessi ai PS è mantenere più in salute i cittadini con una presa in carico strutturata dedicata alla prevenzione. Il resto sono solo discorsi”.